Immagini scattate in tutto il mondo (New York, Chicago, Londra, Milano, Bukhara città dell'Uzbekistan...) con la centralità di manichini immersi in luoghi, in cui sembrano identificarsi, confondersi. Ecco la mostra, fino al 2 aprile, di Paolo Malagoli alla Redecocca Art Gallery, dove la rappresentazione fotografica si compone di una miriade di elementi di architettura di cui la figura di attesa pare essere prigioniera, pur mantenendo una certa identità quasi metafisica. Si assiste ad una compenetrazione di strutture che derivano non da elaborazioni e modifiche al computer, ma dallo sguardo dell'artista modenese che riesce a trovare posizioni particolari per intrecciare immagini di realtà anche riflettenti, prima dello scatto. "I manichini - dice Malagoli - con le loro varie fattezze ci guardano silenziosamente, con la loro presenza enigmatica, immersi in uno spazio immaginario senza tempo, in una realtà dove si sovrappongono le immagini. Ci sovrastano imponenti, nei loro volti anonimi, privi di fisionomia, immersi in un doppio spazio immaginario, ipercromatico, in una atmosfera sospesa e solo parzialmente reale. Quello che vediamo è solo apparenza, avviene una trasformazione di ciò che è noto in estraneo, inquietante ed immaginario". Il ricavato della vendita delle opere sarà devoluto a AIL Modena Odv Sezione Luciano Pavarotti, in via Gobetti 84. E' un'associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mielomi.