#61
07
aprile
2020

Come narrato nel libro dell'Eneide, dopo una breve resistenza ai nemici Enea decide di seguire la volontà divina e scappa da Troia in fiamme, assediata dai Greci, con il vecchio padre Anchise cieco e paralizzato sulle spalle. Enea in questo contesto si prende cura del padre, come sempre fanno i figli riconoscenti quando arriva il momento in cui, ai genitori, le forze cominciano a venire meno.

Disse: e già per le mura il fuoco più chiaro si ode, e in volute si approssima l'ardore degli incendi. Su dunque, diletto padre, salimi sul collo; ti sosterrò con le spalle, e il peso non mi sarà grave; dovunque cadranno le sorti, uno e comunque sarà il pericolo, una per ambedue la salvezza. Il piccolo lulo mi accompagni, e la sposa segua discreta i miei passi.

La moglie di Enea, Creusa, si smarrì la notte della caduta di Troia. Enea riempì di richiami le strade alla ricerca della moglie, finché scorse il suo fantasma. Creusa parlò ribadendo che gli dei avevano voluto che ella non seguisse il marito nei suoi viaggi. Enea protese gemendo le braccia per abbracciarla, ma il fantasma si dissolse come un soffio di vento.

L'Eneide è un poema scritto dall'autore latino Publio Virgilio Marone, meglio noto come Virgilio, negli anni che vanno dal 31 a.C. al 19 a.C.